La svendita del territorio corre sui fili delle luminarie
Che il potere politico a Ciampino, ormai da anni, faccia gli interessi di privati impegnati solo nella ricerca della rendita sul nostro territorio, non è un mistero per nessuno. Ma quando abbiamo visto l’albero di Natale del Comune addobbato con tanti dischetti di cartone con impresso il logo di Aeroporti di Roma, siamo decisamente tutti saltati sulla sedia. Questo non solo perché l’amministrazione attuale è occupata da settimane in un’infantile polemica contro i comitati cittadini che chiedono alle multinazionali dei voli low-cost di rientrare nei parametri di legge, ma anche perché la stessa Giunta ha espressamente rifiutato i soldi della tassa di scopo che AdR ha versato alla Regione Lazio per risarcire i territori dai danni causati dall’attività aeroportuale. I soldi per i cittadini, per mettere in sicurezza le scuole dal rumore, per monitorare l’impatto ambientale, per creare infrastrutture contro l’inquinamento, non li vogliono. Quelli per fare un alberello pubblicitario sono invece ben accetti.
Sponsorizzazioni di questo tipo non riguardano solo l’aeroporto, ma un intero sistema economico di devastazione e saccheggio delle nostre risorse e della nostra salute. Anche il colore politico conta ben poco, quello che conta è un modello di potere bipartisan praticato in queste zone da anni, dove gli amministratori si sono ridotti al ruolo di ratificatori di scelte prese altrove, da interessi particolari che esautorano il controllo pubblico e lo dominano. La politica a tutela dell’1% più in alto contro il 99% più in basso, a prescindere dagli andamenti del consenso elettorale. D’altra parte, mentre i magnati ci pagano l’illuminazione natalizia, mezzo centro cittadino è al buio perché la nostra rete elettrica è un colabrodo. Avremo una pista di pattinaggio su ghiaccio per due settimane (la stessa di tre anni fa?), ma le nostre strutture sportive pubbliche cadono a pezzi tutto l’anno…
Così anche quest’anno ci ritroviamo con una mediocre illuminazione natalizia, pagata però non solo da AdR. La Sindaca Ballico annuncia trionfalmente sul suo amatissimo profilo facebook gli altri finanziatori degli addobbi ciampinesi. C’è il monopolista del trasporto urbano privato, quello a cui i precedenti amministratori hanno sostanzialmente regalato l’IGDO. Ci sono due colossi della grande distribuzione organizzata, con buona pace dei piccoli negozianti che la politica dice di avere tanto a cuore. Tra l’altro fa sorridere l’ennesima polemica scaturita a seguito di una goffa azione “promozionale” della Sindaca nei confronti di una realtà di commercio equo e solidale di Ciampino, una polemica che per quanto ci riguarda può dirsi già chiusa, visto che l’amministrazione ha già scelto da che parte stare: Esattamente quella contro cui il commercio equo e solidale combatte ogni giorno, quella della grande distribuzione che umilia i territori, distrugge le risorse, condanna la sovranità alimentare nostra e di altri popoli.
La Sindaca dice di non capire come mai alcuni si scandalizzano e invita a riflettere sul fatto che per anni sono state “dilapidate” le risorse del Comune, al punto che oggi non ci sono i soldi per fare il Natale. E’ vero, siamo d’accordo, ma c’è qualcosa che la Sindaca Ballico dovrebbe aggiungere. Le casse del Comune sono vuote proprio perché il metodo è sempre stato questo. Nemmeno l’ombra di un rapporto sano col privato, da una posizione di forza. Nessuna scelta d’interesse pubblico, nessun investimento sulle uniche risorse che abbiamo: il suolo, la storia, le competenze dei nostri concittadini, la bellezza di alcuni luoghi per lo più sconosciuti.
Invece abbiamo dato solo deleghe in bianco ai privati, in posizione servile, con un risultato deleterio non solo per la qualità della vita ma anche delle casse pubbliche, per pagare debiti non nostri, per coprire scellerate avventure imprenditoriali non dovute, come quelle della principale azienda municipalizzata. Il metodo deve cambiare, non essere implementato come stanno facendo gli attuali governanti della città. Altrimenti nessun filare di lucine potrà mai salvare Ciampino dall’oscurità di una lenta agonia culturale, civile, produttiva e socio-sanitaria.