Election Day for dummies: 2# La briscola dei grandi elettori
[…] Il collegio elettorale degli Stati Uniti d’America (in inglese: United States Electoral College) è un insieme di elettori, stabilito dalla Costituzione statunitense, che ha il compito ogni quattro anni di eleggere il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti d’America […].
Questa è la definizione che potete trovare su Wikipedia, la parte divertente è come viene composta e come fa un Presidente a vincere le elezioni. Ma procediamo per gradi e cerchiamo di capire meglio come funzionano e perché sono cosi importanti i numeri.
Che vi piaccia o no, in questo articolo si snoccioleranno numeri da far impallidire un Pagnoncelli qualunque, ma serviranno a fare un po’ di chiarezza sulla questione.
538. Questo è il numero totale del collegio elettorale, composto da Senatori, Deputati e dal Distretto della Columbia. 100 sono i Senatori totali, 2 per ogni Stato, 435 sono i Deputati che vengono assegnati proporzionalmente al numero di abitanti residente di ogni Stato, 3 sono i rappresentati del Distretto della Columbia che non è uno Stato ma vengono calcolati comunque ed ora arriviamo anche al perché è stato deciso questo.
Vi ricordate i redneck fondatori della Costituzione dell’articolo precedente? Bene, avevano pensato che sarebbe stato meglio che nessuno dei 13 Stati che si federarono potesse essere in un qualche modo avvantaggiato per il fatto di avere sul proprio territorio la capitale federale (per questo motivo i residenti in questo territorio non eleggono alcun rappresentante al Senato e alla Camera dei rappresentanti). Quindi prepararono uno degli emendamenti che prevedeva che il loro numero fosse uguale a quello che gli spetterebbe se fosse uno Stato, ma comunque non superiore a quello degli elettori designati dallo Stato meno popoloso. Insomma tutto chiaro fino a qui, no?
La cosa diventa assurda quando si scopre che ogni Stato ha un suo metodo per nominare i grandi elettori. Secondo la consuetudine, sono selezionati come ringraziamento per il lavoro svolto durante la campagna elettorale per il partito o il candidato, ma avendo piena libertà possiamo benissimo immaginare scene di iniziazione alla Animal House.
Quindi per riprendere il discorso aggiungo che i grandi elettori sono scelti attraverso il voto degli americani nei giorni delle elezioni e a loro volta votano il candidato della lista cui sono collegati. La loro preferenza viene espressa il lunedì successivo al secondo mercoledì di dicembre e ufficializzata con il giuramento e l’insediamento del vincitore a gennaio. La cosa che rende davvero divertente il tutto è che il grande elettore ha piena libertà di voto nell’atto finale. In pratica come funziona: il cittadino va alle urne, vota una lista di nomi, la lista è collegata al candidato Presidente. Questa lista è quella dei grandi elettori che voteranno alla fine il Presidente, ma avendo piena libertà e nessun obbligo di appoggiare il candidato che sta nella propria lista, potrebbero fare quel che diamine vogliono!
Quindi per diventare Presidente bisogna ottenere la maggioranza assoluta dei voti dei grandi elettori, ovvero 270, quindi la metà + 1 dei voti, un po’ come a briscola se prendi anche un solo punto in più del tuo avversario hai vinto la partita. Ora è più semplice no?
Questa pratica è ritenuta da molti, ovviamente, la cosa più lontana dalla democrazia che ci possa essere, basti pensare all’esempio più vicino nel tempo: Hillary Clinton nel 2016 aveva sbancato tra gli elettori (voto popolare) e potevamo credere che avesse la vittoria in pugno, non contando quel piccolissimo e “insignificante” dettaglio che Trump aveva stravinto tra i grandi elettori (voto elettorale) e sappiamo benissimo come è andata.
Affianco ai grandi elettori troverete sempre gli “stati chiave” che determinano quasi sempre la vittoria a tavolino dei candidati. Quegli Stati cioè che hanno il maggior numero di rappresentanti dei grandi elettori, per dirne alcuni su tutti la California che ne conta 55 e il Texas che ne conta 38.
Quindi per chiudere possiamo dire che la California ha circa 66 volte la popolazione del Wyoming, ma pesa elettoralmente solo 18 volte di più (55 voti elettorali contro 3).
Come diceva la mia professoressa “So far, So good”. O almeno ci speriamo.