24 Dicembre 2024 - Redazione - Divulgazione

Lottare e camminare per il diritto al suolo, alla Vigilia del Giubileo 

L’apertura della Porta Santa segna oggi l’inizio del Giubileo della Chiesa cattolica del 2025, che già da mesi sta attirando il flusso di pellegrini e turisti verso Roma, mentre le maggioranze oppresse nella città eterna resistono per il diritto di rimanere nei propri quartieri e nelle proprie case. Anche sul nostro territorio, una delle aree periurbane con la più alta densità di popolazione in Italia, il massiccio consumo di suolo convive con la paradossale assenza di case per le classi meno abbienti. Con l’avvicinarsi del Giubileo, molti quartieri popolari stanno patendo la trasformazione incontrollata di immobili privati in affitti turistici a breve termine. Ciò significa in molti casi un’ondata di sfratti, per liberare gli appartamenti dei loro inquilini e metterli sul mercato turistico mordi e fuggi. In questo modo, una solennità con un profondo significato di misericordia come l’Anno Santo rischia di trasformarsi nell’ennesimo evento turistico al servizio del profitto di pochi privilegiati, a spese delle masse escluse dalle politiche abitative. 

Secondo Eurostat, Roma è stata la seconda capitale europea per l’incremento degli affitti brevi nel 2023 (+37%, seconda solo a Parigi che ha ospitato le Olimpiadi a luglio). La stessa Confindustria conferma che gli affitti turistici rappresentano un “assalto” che sta avendo serie ripercussioni sull’offerta abitativa della Capitale. Uno studio di un importante gruppo immobiliare rivela come il Giubileo a Roma stia attraendo investitori interessati ad acquistare appartamenti per attività ricettive, mentre tutti i sindacati inquilini confermano l’aumento degli sfratti legati agli affitti turistici brevi. Questo già dimostra quanto sia tardi, oggi, proporre una moratoria degli sfratti durante il Giubileo, come sta pensando di chiedere l’amministrazione capitolina al Governo. A patto che il blocco venga accettato, esiste il rischio di rivelarsi una mossa tampone e tardiva rispetto all’emergenza stessa legata al Giubileo. Quello che il Comune di Roma potrebbe fare è trovare finalmente le case per le oltre 15 mila persone in graduatoria per un alloggio ERP. Al contrario, le amministrazioni di molte grandi città, soprattutto quelle di segno progressista, sembrano più orientate a seguire modelli ambigui di social housing o sistemi che continuano a foraggiare false cooperative e centri d’accoglienza al limite del disumano. 

A Ciampino le richieste di cambio d’uso di immobili a scopi turistici non alberghieri, nel 2024 sono aumentate esattamente del doppio rispetto al periodo pre-Covid, con numeri che in questa città non si erano mai visti. Fenomeno che, lo sappiamo per esperienza diretta, ha significato un incremento degli sfratti anche qui. Per questo ci battiamo insieme alle persone per resistere a ogni sfratto, con l’aiuto di organizzazioni sorelle come l’Assemblea di autodifesa dagli sfratti di Roma, per fare pressione sull’amministrazione locale affinché assicuri case agli inquilini sfrattati e ponga un controllo sul mercato turistico incontrollato. Ma siamo anche impegnati a costruire un modello alternativo di fruizione del territorio, lontano dal turismo di massa ma aperto a quei viaggiatori e quelle viaggiatrici che sapranno comprendere che nella città eterna e nel suo territorio circostante vivono persone, comunità, ambienti naturali, specie non umane, attività produttive, che possono essere tutelate solo se chi attraversa la città diventa un alleato e non un colonizzatore.

Esattamente due anni fa, su quegli stessi percorsi di pellegrinaggio appena fuori dall’Urbe, un gruppo di famiglie lavoratrici, inquilini sfrattati, attivisti e residenti, ha invaso simbolicamente un pezzo di terra lungo l’Appia Antica. È stato l’inizio delle camminate militanti che l’anno seguente avrebbero dato vita alla Brigata Messalla, nucleo escursionistico di Officine Civiche. Da allora, la Brigata ha camminato tra boschi, borghi, sentieri di montagna e parchi urbani, per riappropriarsi di spazi pubblici fruibili e liberi dalla speculazione capitalista. Comprende giovani, donne, queer, persone disabili, migranti, lavoratrici formali e non, studenti e studentesse, uomini e donne sotto sfratto o in emergenza abitativa. Sono state avviate alcune escursioni didattiche insieme all’associazione Popica, che ha coinvolto la Brigata nel suo progetto di inclusione scolastica per i ragazzi dell’occupazione abitativa Metropoliz, a Roma Est, che è anche l’unico museo abitato d’Europa (Museo dell’Altro e dell’Altrove). Le famiglie di Metropoliz lottano da oltre un decennio per il diritto alla casa, coniugando questa lotta con la necessità di preservare il loro museo. Allo stesso modo, molte delle famiglie di Officine Civiche lottano contro gli sfratti e per il diritto al suolo, compreso il suolo dove si trova il patrimonio culturale di questa terra. Insieme, grazie all’azione dei movimenti di base, queste famiglie hanno iniziato a riappropriarsi del loro ambiente come atto di potere popolare, nel quadro di una pedagogia emancipatrice che vede nel nostro territorio una lunga storia accanto alle classi subalterne: basti pensare all’esperienza di Don Sardelli nelle baraccopoli degli anni ’60 o alle maestre comuniste nelle scuole rurali tra le due guerre mondiali.

Dallo scorso anno la nostra Scuola Popolare Dopòlis è impegnata in un percorso di riappropriazione pedagogica del diritto alla città, nell’ambito del movimento nazionale DaCapo. E’ stata portata avanti un’inchiesta / laboratorio da ragazzi e ragazze spesso provenienti da quelle famiglie che subiscono gli effetti più nefasti delle trasformazioni urbane, a partire dalla questione abitativa. L’inchiesta si è però rivolta soprattutto allo spazio pubblico, quello della cosiddetta riproduzione sociale. Dopo una serie di perlustrazioni guidate da attivisti e attiviste del territorio, l’interesse si è concentrato su un parco vicino alla sede della Scuola Popolare e sulla pista ciclabile semi-abbandonata che lo lambisce. Ne è scaturito non solo uno studio, ma diverse azioni di pressione politica che minori e famiglie hanno elaborato, anche a seguito di un’assemblea di autoformazione. Uno degli strumenti è stato lo “Sciopero al rovescio” nel parco, metodo un tempo diffuso in questo territorio per reclamare l’intervento pubblico in aree abbandonate tramite il lavoro collettivo. Per quanto riguarda la pista ciclabile, si è scoperto che il tracciato abbandonato è in realtà molto più esteso, e che, se fosse ripristinato, potrebbe servire alcune delle aree più periferiche del VII Municipio di Roma, fino ad arrivare al Parco dell’Appia Antica, sia verso gli Acquedotti che verso i Castelli romani. Le vertenze si collegano, dunque, anche geograficamente. Officine Civiche ha iniziato nei giorni scorsi una raccolta firme per chiedere alle autorità locali di recuperare e rendere fruibile l’intero percorso ciclopedonale, un’infrastruttura abbandonata che sarebbe davvero utile alle nostre periferie.  

Non siamo estrattori di valore per il piacere di qualcun altro, siamo guardiani e guardiane della nostra terra. Non raccontiamo solo la bellezza, ma anche i problemi, le fragilità, le storie di aggressione del capitale e di resistenza delle comunità. La stessa Brigata Messalla nasce proprio per questo. Nelle escursioni sono gli stessi abitanti a riprendersi i luoghi colpiti dal turismo di massa, quello stesso modello insostenibile che è parte dei problemi abitativi della nostra gente. Operiamo nella convinzione che un’azione pedagogica trasformativa, dal basso e dai margini, possa aiutarci a immaginare territori liberi da privatizzazioni, speculazioni e inquinamento; a rivendicare il pieno diritto alla città. Camminando, lottando e imparando, abbiamo potuto sperimentare l’importanza del paesaggio come risorsa da preservare dalle oligarchie locali e dal capitale finanziario transnazionale, così come la necessità di ottenere l’accesso al suolo per garantire una casa e spazi pubblici a tutte e tutti nei nostri quartieri.