Mancata riapertura delle scuole: il fallimento di una città
Crediamo nella scuola pubblica come luogo dove le disuguaglianze che permeano la nostra società possono trovare un argine: un luogo di opportunità e ricchezza per la comunità tutta. Per questo la chiusura delle scuole a seguito del lockdown imposto dal dilagare della pandemia, ci ha visto in prima linea nel tentativo di aiutare con la didattica a distanza le famiglie beneficiarie della nostra scuola popolare. Esprimiamo oggi, perciò, preoccupazione e indignazione per la scarsa cura prestata alla ripartenza della vita ordinaria dei più vulnerabili della nostra città: le bambine e i bambini.
Ci riferiamo alla circolare del dirigente del 2° Circolo didattico che si interroga su quando potranno riprendere le lezioni. Un segnale preoccupante, dovuto alla mancata riapertura di tre istituti del territorio per il ritardo dei lavori con cui Aeroporti di Roma avrebbe dovuto mettere a norma le strutture. Il rumore dell’aeroporto di Ciampino, secondo lo studio Samba del 2012, è la causa di difetti di discriminazione uditiva e altri problemi alla concentrazione nella popolazione scolastica di Ciampino. Anche per questo, il successivo piano sulla riduzione del rumore aeroportuale prevede che AdR faccia dei precisi interventi di insonorizzazione nelle nostre scuole. Non possiamo non notare la beffa di un “pagamento” elargito per continuare a danneggiare la salute dei nostri ragazzi e ragazze, che allo stesso tempo diventa il motivo di un ulteriore ritardo nella riapertura delle scuole!
Ci schieriamo dalla parte del corpo docente, spesso inutilmente mortificato e sbeffeggiato. Ci schieriamo dalla parte dei genitori, delle famiglie che lavorano, che in questi giorni sono ingiustamente accusati sui social di voler “parcheggiare i figli”. Rigettiamo questo atteggiamento spavaldo che punta a colpevolizzare i cittadini: L’istruzione è un diritto fondamentale per l’emancipazione e lo sviluppo della persona e della collettività. E noi lo reclamiamo come tale! Basta scuse, le Istituzioni e la politica devono prendersi le proprie responsabilità. Interventi di questo tipo andrebbero coordinati e monitorati dall’ente pubblico, che deve smetterla di essere servile alle realtà private che gestiscono così il nostro patrimonio a piacimento! La scuola torni ad essere un bene comune dei cittadini.