Monolithe, una storia fluida di arte e territorio
Questa è una storia che inizia con cinque ragazzi, tra cui due cugini, che per amore dell’arte lanciano una “call for artists”, ossia una chiamata per gli artisti, nel giardino di casa, a Ciampino. E’ l’estate del 2018, fa caldo e nel giardino di casa si conoscono le persone, gli amici, gli artisti del territorio che saranno i protagonisti delle vicende di questa storia.
Una storia di artisti, scrittori ed universitari, come potrebbe essere The Factory di Andy Warhol a New York City. Solo che qui non siamo nella Grande Mela negli anni ’60, siamo a Ciampino ed invece di chiamarsi Warhol, Lou Reed, Mick Jagger o Bob Dylan, i nostri protagonisti si chiamano Samuele Cima detto Cyma, Blu Cima detta Blu, Luciano Zerega detto Ze’, Luigi Monsurrò detto Monsurravit e tanti altri. Non facciamo ingannare dai nomi nostrani, anche se la storia si svolge a Ciampino, questa è una storia di artisti, feste, sperimentazioni; non solo, questa è una storia della nostra città e come tutte le storie nasconde qualcosa in più, qualcosa che ci riguarda tutti, qualcosa che ci sorprende.
Questa è la storia del collettivo di artisti di Monolithe. La nostra storia inizia con un ragazzo, abituato a maneggiare chitarre, synth e console. Lui è Samuele Cima, detto Cyma, che abita dalle parte di via Bologna insieme a Blu, sua cugina. Inseparabili da sempre. Uno di loro, Cyma, conosce Luciano Zerega, detto Ze’, ad una festa di amici in comune e gli presenta la cugina. Cyma conosce anche Luigi Monsurrò, detto Monsurravit, vecchio compagno di concerti di Ze’. La città è piccola, tutto ruota intorno alle conoscenze di scuola, in particolare al liceo nel nostro caso, e alle feste.
Ciampino è una piccola cittadina, dove feste private e serate intersecano vite, tessono rapporti sociali ed anche collaborazioni artistiche inaspettate, come quelle che vivono da quando sono piccoli i due cugini Cima. Così, convocano la prima chiamata per artisti, la prima “Call For Artists” nel giardino di casa propria. Era il 27 Maggio del 2018 e la convocazione ha un nome: “Prafoz.Mov.1”, tratto dal nomignolo di un peluche che avevano da bambini. Qui i nostri protagonisti si incontrano per la prima volta. Una chiamata all’arte per pittori e musicisti. E’ la prima volta che Cyma si improvvisa produttore di un evento. Funziona, la gente inizia a parlare. Così il 20 Luglio del 2018 c’è il “Prafoz.Mov.2” e dopo qualche mese, il gruppo che si era costituito: partorisce un manifesto, un nome ed una estetica.
Nasce Monolithe, un collettivo dove si generano connessioni, tra persone creative in un luogo ed uno spazio in cui possono confrontarsi. E’ qualcosa di fluido, che potrebbe cambiare nel tempo dicono i membri. Chi lo costituisce lo sa e ne è consapevole. Questi erano: Samuele Cima, Blu Cima, Luigi Monsurrò, Luciano Zerega, Sara Peroni. Poco tempo dopo, non potevano mancare Santo Sigillò, Aurora Colantonio e Stefano Allegretti.
Si ritrovano nella cantina dei cugini Cima, che cambia nome in Kantina, dove la filosofia non manca e neanche il movimento di universitari che iniziano a frequentare le feste, le sperimentazioni e gli eventi. Tra gli esperimenti bisogna citare: Opening, la presentazione di ciò che è Monolithe, Abgrund dove la musica elettronica ed ambient si mischiano, Bergen – Al, dove la proiezione di un viaggio in treno e l’improvvisazione si abbracciano per viaggiare tra paesaggi nordici, senza dimenticare le varie chiamate di artisti fatte durante l’anno: Prafoz.Mov.
Un luogo dove si commistionano le arti, un’orgia tra suoni e luci, tra parole e vibrazioni. Passando dalla musica alla pittura live, dalla stand up comedy al teatro, senza dimenticare le poesie e le letture. Oltre che le produzioni di artisti vicini al collettivo, come Speroni ed i Malerba.
La nostra storia non finisce qui, come dichiarano gli artisti, è fluida. Anche questa, dove tutto può cambiare e niente rimane uguale. Questo è Monolithe.