Bocciate le due delibere d’iniziativa popolare, il Consiglio chiude le porte ai cittadini
Venerdì mattina il Consiglio Comunale ha bocciato le due proposte di iniziativa popolare che Città in Comune e Officine Civiche hanno presentato, sottoscritte da centinaia di cittadini, più di un anno fa. Il voto contrario della maggioranza consiliare non ci stupisce, perché siamo consapevoli che un cambio di rotta nella gestione del bene comune in questa città richieda uno sforzo collettivo di tutti che non può prescindere da un ricambio urgente di classe politica a Ciampino.
Tuttavia siamo rimasti profondamente sconcertati dal modo in cui si è svolta la discussione consiliare, durante la quale sono state bocciate le due proposte che chiedevano l’una l’istituzione di un censimento del cemento e l’altra l’adozione di un regolamento per la partecipazione dei cittadini ai processi di trasformazione urbana. Il Sindaco Terzulli, nel presentare la sua “nuova” Giunta, ha rimarcato la volontà di trasformare Ciampino in una “smart city”. Al di là di come noi possiamo giudicare le esperienze delle sedicenti “smart city” europee invitiamo il Sindaco, l’Assessore Verini, il Presidente del Consiglio Comunale Muzi e i consiglieri del Partito Democratico a riflettere sul fatto che “smart city” vuol dire per prima cosa coinvolgimento dei cittadini nella costruzione delle politiche sulle città, proprio ciò che si chiedeva con queste proposte firmate da centinaia di cittadini.
Dalle parole di alcuni Assessori e Consiglieri, poi, è trapelato un certo fastidio per queste iniziative popolari, che sono state liquidate con argomentazioni prive di fondamento: come si può dire che non c’è stato modo di approfondire le proposte quando è passato un anno dalla loro presentazione (a fronte di 30 giorni previsti dallo Statuto Comunale) e noi proponenti abbiamo più volte sollecitato incontri senza ottenere risposta, tanto da dover ricorrere al Prefetto? Come si può affermare l’impossibilità di emendare una proposta di iniziativa popolare senza alcun riferimento normativo, senza che un dirigente si prenda la responsabilità giuridica per questa affermazione?
La verità è che questo voto in Consiglio Comunale ci è sembrata una rappresaglia politica nei confronti dell’attivismo civico che in questa città si sta risvegliando grazie al lavoro e alla dedizione di molte realtà sul territorio, tra cui le associazioni che rappresentiamo. I ciampinesi si stanno mobilitando su temi sensibili a tutela della collettività, contro gli interessi privatistici che questa Amministrazione, invece, rappresenta. Non è un voto contrario in Consiglio Comunale che farà desistere il nostro impegno per una Ciampino più vivibile, perché la porta dei palazzi di Largo Felice Armati, ieri, non è stata sbattuta in faccia a Officine Civiche e Città in Comune, ma ai tanti cittadini che hanno firmato queste proposte e a tutti i ciampinesi che hanno diritto a vivere in una città pubblica, vivibile, trasparente, di tutti e non di pochi singoli privati o gruppi di interesse economico-politico. Non ci aspettiamo regali e concessioni da questa Amministrazione, il cambiamento di paradigma nella gestione della Città è esclusivamente in mano ai suoi cittadini.