Forno crematorio: suona la ritirata
Il Sindaco ha deciso di ritirare la delibera sul forno crematorio. Certamente un’ottima notizia. “Lungi da noi andare avanti con opere non gradite dai cittadini”. Questa la sua dichiarazione pubblica. Decisione maturata ed annunciata nel corso di una complicata assemblea pubblica svoltasi al Cipollaro lo scorso 1 dicembre, in un clima rovente.
Andato a vuoto il tentativo estremo di persuadere il pubblico che l’atto amministrativo approvato fosse semplicemente una delibera di studio, il primo cittadino per sedare gli animi ha assunto l’impegno di proporre alla Giunta il ritiro.
Il giorno prima il Consiglio comunale aveva respinto una Mozione proposta dalle minoranze che chiedeva proprio la revoca della Delibera n. 185 del 27 ottobre. Atto con il quale la Giunta Municipale ha espresso indirizzo favorevole per il prosieguo dell’iter tecnico amministrativo relativo alla proposta presentata dall’Ati del forno crematorio, dando mandato agli uffici comunali di espletare l’intera procedura del project financing, preordinata in una prima fase all’approvazione dello studio di fattibilità. Nel dispositivo veniva anche dato atto che gli uffici comunali, in ragione della complessità delle procedure, potessero avvalersi di professionalità esterne all’Ente, per espletare il ruolo di supporto al responsabile del procedimento. Nessuna delibera di studio dunque, bensì un atto preciso per dare avvio alle procedure del project, che prevede quale primo passaggio, l’approvazione dello studio di fattibilità.
Di questioni ambientali, delle verifiche e degli studi sui possibili effetti di tale impianto sul territorio e sulla qualità dell’aria non si fa menzione alcuna. Ma proprio ai risultati di questi ipotetici studi si è rimesso il Consiglio comunale, che ha approvato nella stessa seduta un Ordine del Giorno urgente, presentato dalle forze di maggioranza, con il quale s’impegnava il Sindaco a proseguire nell’attività di studio, solo all’esito del quale si sarebbe deciso sul forno, anche eventualmente ricorrendo a forme di consultazione popolare.
Ora se il Sindaco decidesse di sottoporre all’esame della Giunta comunale la proposta di revoca della Delibera n.185, suonando la ritirata, si troverebbe nella condizione di andare contro l’atto d’indirizzo dell’organo consiliare, che non solo ha respinto la Mozione di revoca, ma ha dato mandato all’Amministrazione di proseguire nelle scelte fin qui assunte. Un doppio schiaffone alla sede massima della rappresentanza popolare.
Il primo per aver sottratto preventivamente quell’atto d’indirizzo al Consiglio comunale, come prevede espressamente l’articolo 42 del Tuel trattandosi di: “Concessioni dei servizi cimiteriali in project financing ex art. 183 del D Lgs n. 50/2016 – Espressione d’indirizzo favorevole all’esame della nuova proposta ALTAIR sri – EDILVER sri”, come recita l’oggetto della delibera n. 185.
Il secondo nel cancellare la volontà della maggioranza consiliare, che evidentemente scrive e vota unicamente per correre in soccorso al momento opportuno al Sindaco e ai suoi Assessori, che si sono avventurati in una scelta neanche contemplata nel programma di mandato. Come spesso gli è capitato in questi due anni e mezzo.
Prima di revocare la delibera dunque, dichiarata peraltro immediatamente esecutiva all’atto dell’approvazione, si abbia per lo meno l’onesta di venire nell’aula consiliare, per restituire all’intero Consiglio comunale la dignità e il pieno rispetto della sua funzione.
Né va della credibilità delle istituzioni e della politica tutta, che viene percepita spesso e non a torto come una ridicola messinscena tra comparse.
Subito dopo resta alla coscienza politica di ognuno l’opportunità di rassegnare le proprie dimissioni. A cominciare da chi quella Delibera l’ha proposta.