Tempio crematorio e privatizzazione del Cimitero, l’Amministrazione ha deciso di abdicare al suo ruolo politico?
Officine Civiche aderisce all’assemblea pubblica del 25 novembre prossimo sull’eventualità di un polo crematorio a Ciampino, organizzata con Ciampino Bene Comune e altre realtà recentemente costituite intorno all’azione critica dei cittadini nei confronti di questa ulteriore decisione calata dall’alto sulle nostre teste.
La proposta dell’affidamento in project financing del Cimitero comunale a due multinazionali del nord Italia, che andrebbero a realizzare a Ciampino un impianto crematorio della portata di 2400 cremazioni annue, è l’ennesima forzatura di un’amministrazione che sta operando fuori dai confini decisionali della politica. Con una delibera di Giunta, senza passare per il Consiglio comunale, si da un chiaro atto d’indirizzo alla privatizzazione di un servizio essenziale per la Città e alla svendita di un importante simbolo dell’identità locale, depositario per eccellenza della storia cittadina e del patrimonio culturale, spirituale e sociale della nostra comunità.
Il Comune di Ciampino sembra in preda ad una strana schizofrenia: da una parte si esternalizzano e si privatizzano beni patrimoniali e servizi strategici con la scusa dell’assenza di soldi, ma dall’altra si utilizzano gli stessi soldi dei cittadini ciampinesi per far gestire dalla società Ambiente, ad esempio, il servizio d’igiene urbana nei comuni limitrofi!
Pensavamo di aver raggiunto il massimo del paradosso con la svendita dell’Igdo, ma ci sbagliavamo. La maggioranza che governa Ciampino ha definitivamente deciso di abdicare al suo ruolo politico di governance della città?
Ci teniamo a ribadire la nostra totale laicità verso la scelta etica e morale della cremazione dei defunti. In questo caso specifico, tuttavia, stiamo parlando di un impianto che andrebbe a servire un bacino d’utenza molto più grande della domanda su Ciampino: Siamo nell’ordine di 2400 cremazioni delle quali meno di 100 serviranno per gli abitanti del nostro comune.
In una città già asfissiata da fonti inquinanti di ogni genere (dal traffico veicolare a quello aeroportuale, il dramma dei roghi tossici e degli sversamenti illegali, gas vulcanici ecc), sarebbe stato quantomeno opportuno prima di tutto verificare attentamente, in maniera trasparente e partecipata, le possibili ripercussioni sulla salute e sull’ambiente. E invece, nello studio di prefattibilità ambientale elaborato dalle due aziende proponenti del project financing, si legge candidamente che gli impianti di cremazione non produrrebbero impatti ambientali perché non esistono normative specifiche a riguardo, perché la legge sulla gestione dei rifiuti non è applicabile ai forni crematori e perché questi non rientrano tra gli impianti soggetti a verifica della valutazione di impatto ambientale. Come dire: visto che la legge italiana è lacunosa, il problema non sussiste e noi possiamo fare come ci pare! Un insulto al diritto alla salute dei cittadini, il tutto dichiarato senza uno studio preliminare delle peculiarità e delle criticità del nostro territorio, le caratteristiche naturali e antropiche, la densità abitativa fuori dal normale.
Per tutti questi motivi saremo venerdì 25 novembre all’assemblea pubblica che si terrà al Centro polivalente del Cipollaro, ma soprattutto ci attiveremo nell’immediato per mettere in campo iniziative di analisi e approfondimento con i cittadini, nonché tutte le azioni di critica e di mobilitazione necessarie contro l’ennesima svendita illogica di un bene comune primario per il territorio come lo è il nostro Cimitero.